Si apre la Porta Santa, tra paura e scetticismo

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di Luigi Asero

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Il “Giubileo della Misericordia” inizia oggi. Papa Francesco aprirà la Porta Santa dopo l’anticipo del 29 novembre quando ha aperto la porta in legno traforato della cattedrale di Bangui. Una delle tante innovazioni di questo Santo Padre che o si odia o si ama. Non sempre le innovazioni vengono accolte positivamente e spesso papa Bergoglio ci ha sorpresi. Anche anticipando questo Giubileo di quindici anni o decidendo che fosse “a tema”. Infatti sarà il primo Giubileo della Misericordia, ed è stato il primo inaugurato lontano da San Pietro, a Bangui appunto. E sarà il primo Giubileo di due Papi. Quello in carica, Francesco, e quello “emerito” Benedetto XVI, che in verità aveva invece fatto a meno di indirne uno. E il primo minacciato come non mai dall’estremismo finto-islamico del Califfato nero che promette e minaccia tuoni e fulmini su Roma e sui simboli della cristianità. Non c’è male per essere il Giubileo della “Misericordia”.

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Sarà un Giubileo che per decisione di Francesco dovrà essere celebrato, nel senso cristiano, in ogni diocesi del mondo, da qualsiasi parte del mondo, infatti sarà dedicato alle periferie, alle zone povere, nel pieno spirito della tradizione cristiana che lo inquadra come occasione per “la remissione dei debiti e la restituzione delle terre”. Così ogni rappresentante della Santa Chiesa cattolica dovrà -dice papa Francesco- individuare bisogni materiali e spirituali e laddove possibile farsene carico. L’indulgenza – che è la remissione non dei peccati, ma di tutte le pene che rimangono da scontare, quando le colpe siano già state perdonate – è una delle caratteristiche principali dei Giubilei, e nei secoli ha dato vita anche a deviazioni, tanto che a partire dalla critica alla pratica delle indulgenze Martin Lutero diede vita alla Riforma protestante.

Fra poche ore, dalla pubblicazione di questo articolo, papa Francesco aprirà la porta Santa invocando la Misericordia e il Perdono di Dio. Per tutti coloro che saranno aperti nei propri cuori a riceverne grazia. Non sono mancate le polemiche da parte di quanti -generalmente non credenti- non hanno compreso il senso di questa “operazione” parlandone semplicemente in termini di costi e di rischi. Ma è una semplificazione molto azzardata. Presumibilmente il papa, come si legge tra le righe della Bolla di indizione del Giubileo “misericordiae vultus” percepisce l’urgenza della Misericordia Divina in questo preciso momento storico. La necessità della preghiera affinché possano non verificarsi atti che da più parti sono ampiamente temuti. E forse, proprio l’indizione del Giubileo con lui che rifiuta l’uso di mezzi blindati proprio a protezione della sua persona, è il suo farsi parte attiva rispetto al percepito “disegno Divino”.

controlli-antiterrorismoFino al 20 novembre 2016, quando si chiuderà il Giubileo, a Roma si svolgeranno una serie di eventi, dalla apertura della porta santa a quella delle altre basiliche giubilari (San Giovanni, San Paolo fuori le mura, Santa Maria Maggiore). Il Papa si è impegnato a tenere un sabato al mese un’udienza generale in più, in giugno guiderà nelle basiliche un ritiro spirituale per i pellegrini, e ha annunciato che ogni venerdì compirà un gesto giubilare. Evento del pontificato cui guardano con simpatia anche non credenti e credenti di altre fedi, il primo giubileo di papa Francesco non segue la logica dei grandi eventi: il Pontefice lo ha voluto infatti sobrio, frenando gli inevitabili sciacalli delle grandi opere. La paura di attentati potrebbe frenare l’afflusso di pellegrini. L’allerta è comunque al massimo livello.

Qui non vogliamo parlare in termini di cristianità, ma certo che, in questo momento storico, ogni cosa che possa aiutare a trovare un cammino di pace, per tutto il mondo, va colta. Senza polemiche e con la voglia di farcela, perché un mondo senza pace non è vivibile. Per nessuno. Nemmeno se a migliaia di chilometri dai luoghi ove la morte e il caos imperano.

 

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